gennaio 06, 2011

La questione sionista ed il Vicino Oriente. – Documentazione tratta dal quotidiano torinese “La Stampa”: Cronache dell’anno 1921.

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Mentre valgono le considerazioni generali già fatte per le precedenti fonti documentarie, e cioè: Vedi Elenco Numerico, pare qui opportuno rilevare ogni volta la casualità e imparzialità con la quale le diverse fonti si aggiungono le une alle altre, animati da una pretesa di completezza, che sappiamo difficile da raggiungere. “La Stampa”, fondato nel 1867, rende disponibile il suo archivio storico dal 1867 al 2006. Valgono i criteri generali enunciati in precedenza e adattati ogni volta alla specificità della nuova fonte. Assumendo come anno di partenza il 1921 seguiamo un metodo sincronico, raccordandolo con quello diacronico basato su alcuni anni di riferimento.

LA QUESTIONE SIONISTA
E IL VICINO ORIENTE
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tratta dall’archivio storico de “La Stampa


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Sommario: 1. La Palestina e la questione sionista. –






Cap. 1

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Felici e un po’ nostalgici gli ebrei italiani in Palestina


Cap. 1

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La Palestina e la questione sionista

La Stampa,
Anno LV, Nr. 141, p. 5
Mercoledi, 15 giugno 1921

[…] Circa la Palestina il ministro [Churchill] ha dichiarato che la situazione in quella contrada è infinitamente più complessa e più pericolosa di quella esistente in Mesopotamia. «La causa delle difficoltà esistenti in Palestina — ha detto il ministro — risale al movimento sionista ed all’appoggio che noi intendiamo offrire a questo movimento». L’on. Churchill ha detto che in Palestina si trovano attualmente 500.000 mussulmani, 65.000 cristiani e circa 65.000 israeliti. Oltre a questi sono stali portati in Palestina quest'anno, in base allo schema sionista di immigrazione, circa settemila israeliti. Questa immigrazione e la propaganda relativa hanno allarmato ed eccitato le popolazioni arabe. Gli arabi temono che in pochi anni essi saranno dominati e scacciati da una massa immensa di immigrati, riversatasi in quella contrada da tulle le parti del mondo, e particolarmente dall'Europa Centrale e dalla Russia. L'on. Churchill afferma però che questi timori sono addirittura illusori. I sionisti allo scopo di ottenere l’entusiasmo e l’appoggio di cui abbisognano sono obbligati ad intraprendere una vigorosa campagna per creare l’entusiasmo ed infondere la speranza. Questa forma di campagna potrebbe allarmare anche maggiormente gli arabi; senonchè l’Inghilterra ha una completa fiducia nell’opera intrapresa da sir Herbert Samuel, il quale è un ardente sionista. Io seguo la sua azione con immensa fiducia. Io gli offro il mio intero appoggio. Gli arabi non hanno nulla da temere perchè la immigrazione ebraica è sorvegliata attentamente, sia dal punto di vista del numero che da quello della qualità. La Palestina è attualmente spopolata; e l'immigrazione israelita, qualora regolata e controllata, può accrescere la prosperità generale di tutte le popolazioni della regione. L’Inghilterra in ogni modo non può permettere che le colonie ebraiche colà instaurate siano minacciate e distrutte da attacchi perpetrati dalle fanatiche popolazioni vicine».

Questa difesa del sionismo, pronunciata in un momento cosi grave come quello presente, produsse una viva impressione alla Camera dei Comuni. E qualche deputato, sostenitore della feroce campagna anti-semita condotta da un giornale ultraconservatore, rumoreggiò e manifestò la sua disapprovazione. L’on. Churchill fu però applaudito da vari settori, e più vivamente da coloro che sono al corrente dei colloqui che si stanno svolgendo dietro le scene fra alcune influenti personalità politiche, per ottenere l'appoggio del mondo semitico alla progettata campagna contro i nazionalisti […]

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