dicembre 17, 2017

La questione sionista ed il Vicino Oriente – Documentazione tratta da “Oriente Moderno”: Cronache dell’anno 1921. La situazione al 1° Agosto 1921.


A. I, Nr. 3, p. 158-85. 15 Agosto 1921.
Sommario: 1. La situazione in Palestina al 1° agosto 1921. – 2. Istituzioni rappresentative in Palestina. –  3. Armi alle Colonie Ebraiche. – 4. Associazione economica indigena in Palestina. – y. Periodici e fonti citate. –  z. Rinvii. –

 Oriente Moderno. Rivista mensile

Anno I, Nr. 3, 15 Agosto 1921, p. 158-85

1. La situazione in Palestina al 1° agosto 1921. – La reazione degli elementi locali contro l’immigrazione sionista è continuata così intensa che sir H. Samuel ha fatto tornare ai punti di partenza (Alessandria e Trieste) i piccoli nuclei di immigrati ebrei, che si accingevano a stabilirsi nella terra promessa. Intanto una Delegazione palestinese si è costituita per perorare la causa della Palestina contro la minaccia del sionismo. I suoi sei componenti, presieduti da Musa Kazim Pascià al-Huseini, sono tutti nativi di Palestina; quattro musulmani e due cristiani (cf. qui avanti, p. 159). La Delegazione tratterà col Governo inglese per esporre il reale stato della Palestina, e nello stesso tempo farà opera di propaganda per illuminare l’opinione pubblica, nella quale confida di trovare appoggio perché si sa che il popolo inglese è stanco delle pressioni ebraiche esercitate sulla sua politica. II programma della Delegazione è il seguente. A nome di tutti i Palestinesi, tanto musulmani che cristiani, cattolici e ortodossi, essa chiede che la Palestina rimanga ancora il paese dei Palestinesi e che questi possano rimanere i custodi dei Luoghi Santi che non sono stati affidati soltanto a loro, ma a tutto il mondo tanto cristiano che musulmano. Essa chiede che i Palestinesi possano vivere una vita libera e indipendente e ripudia la dichiarazione di Balfour con la quale si crea in Palestina una National House per gli Ebrei. lnfine la Delegazione domanda la creazione di un Governo nazionale responsabile dinanzi a un Parlamento eletto dal popolo, cioè dai Musulmani, Cristiani ed Ebrei che abitano la Palestina da prima della guerra. Tale è il programma della Delegazione araba palestinese. Passando per Roma (25-28 luglio), a molti che li hanno avvicinati, i membri della medesima hanno concordemente dichiarato che il popolo di Palestina è entusiasta della protesta pronunziata dal Papa nell’allocuzione concistoriale del 13 giugno contro la politica sionista attuata in Terrasanta, e che riconoscono nella voce di Benedetto XV la sola che siasi levata con energia ed efficacia contro la politica giudaica, alla quale sono asserviti per tanta parte molti Governi civili. → Torna al Sommario.

2. a) Istituzioni rappresentative in Palestina. – I membri della Delegazione palestinese hanno visitato l’Alto Commissario, il quale ha detto loro di aver ricevuto un ordine da Londra sulla necessità di un progetto di legge (la’ ihah qanuniyyah) per un Governo rappresentativo in Palestina, a garanzia della promessa Balfour. Il Karmel trova che questo provvedimento rappresenta un passo innanzi, ma insiste sull’opportunità del viaggio della Delegazione in Europa. (al Karmel, arabo di Caiffa, 29-6-1921). 
b) Il “Congresso Arabo-Palestinese Musulmano-Cristiano”. - Nella seduta del 29 maggio 1921, a Gerusalemme, esso rielesse a suo Presidente Musa Kazim Pascià al-Huseini ed elesse ‘Arif Pascià ad-Dugiani Vice Presidente. (al-Karmel, 1-6- 1921, V. d. B.)
La Commissione esecutiva del IV Congresso Arabo-Palestinese si è riunita a Giaffa ai primi di luglio, ed ha tenuto 5 sedute private e tre insieme alla Delegazione, sotto la presidenza di ’Arif Pascià ad-Dugiani, discutendo molte questioni importanti. Si è deciso che la sede della Presidenza sarà a Gerusalemme. Vennero esaminati il discorso Samuel del 3 giugno [cfr. Oriente Moderno, fasc. 2°, p. 90], le dichiarazioni di Churchill al Parlamento inglese [cfr. id., pag. 82], la legge per impedire i delitti e la nuova legge di polizia; e decise di presentare proteste e relazioni scritte al Governo.
I membri della Delegazione stabilirono le attribuzioni di ciascuna delle due Commissioni dopo la partenza della Delegazione; e decisero che la Commissione non entrasse in trattative col Governo per elaborare uno statuto o per altre questioni importanti, prima che la Delegazione non avesse discusso l’argomento e non si fosse formata un’opinione per riferirne al Congresso Arabo-Palestinese in un’adunanza generale.
La Commissione discusse poi dell’organizzazione di una banca e della pubblicazione di un giornale che fosse l’organo del Congresso, di cui si riparlerà nella prossima riunione, quando verranno presentati i preventivi. I lavori si chiusero al 4 luglio. (al-Karmel, 13-7-1921). V. d. B.
c) La Delegazione Palestinese per l’Europa. - Ecco i nomi dei delegati scelti dal 4° Congresso Palestinese: Musa Kazim Pascià al-Huseini, [2] Aiwad Sa’ad, [3] al-Hagg Taufiq Hammad, [4] Ruhi ’Abd al-Hadi, [5] Mu’in al-Madi, [6] Amin al-Tamimi, [7] Shibli al-Giamal, [8] Ibrahim ash-Shammas.
Il Karmel non è contento e dice che non è stato tenuto conto, nella scelta, di elementi importanti, come la preparazione politica, economica e giuridica dei candidati e la conoscenza delle lingue e dei costumi d’Europa. Consiglia di limitare la delegazione al primo, secondo, quarto e penultimo degli 8 membri scelti, aggiungendovi as-Sayyid Wadi’ al-Bustani, che conosce a fondo la questione palestinese e parla bene l’inglese. I rimanenti, che sono distinti professionisti, serviranno meglio il paese restandovi. (al-Karmel, 11-6-1921, V. d. B.)
d) La partenza della Delegazione palestinese, che doveva avvenire il 1° luglio, è stata rimandata al 20. Il Karmel deplora il ritardo, che le impedirà di giungere a Londra prima della chiusura della Camera. (al-Karmel, 9-7-1921).
Secondo il Palestine (16-7-1921), uno dei segretari della Delegazione sarebbe una signora inglese. Si tratta di Miss Newton, che scrive al Karmel (29-6) per chiarire come essa non appartenga ufficialmente alla Delegazione. Essa, che si troverà in Inghilterra contemporaneamente a questa, si propone di aiutarla per amicizia personale verso i suoi componenti e verso gli Arabi di Palestina.
La Delegazione non può partire per mancanza di fondi (Karmel, 13-7).
La Delegazione Palestinese è partita il 22 luglio dall’Egitto. (Near East, 28-7-1921, V. d. B.)
e) L’Alto Commissario e la Delegazione. – Il Karmel pubblica una relazione del colloquio avvenuto tra l’Alto Commissario Sir Herbert Samuel, il Presidente della Delegazione palestinese e alcuni membri di essa, alla presenza del Segretario civile e del Governatore di Gerusalemme.
Il Commissario annuncia alla Delegazione che il Governo britannico la autorizza a prender disposizioni per eleggere un’Assemblea consultiva, secondo quanto egli stesso aveva già dichiarato, affìnché gli indigeni sappiano che essi possono avere rappresentanti elettivi e che il Governo si conforma ai principii che ha già proclamato.
Egli spiega che il Governo, secondo quanto ebbe a dire Mr. Churchill , non intende recedere dalla Dichiarazione Balfour incorporata al Trattato di Sèvres e a quello di S. Remo e che non è possibile proibire l’immigrazione ebraica, richiamando il suo discorso del 3 giugno (Cfr. Oriente Moderno, fasc. 2°, p. 90 segg.). Egli dice che se la Delegazione rimane in patria potrà collaborare alla compilazione dello Statuto che sarà presentato al Governo britannico, e dimostra che essa non ha veste ufficiale; verrà ricevuta amichevolmente dal Ministero delle Colonie e consultata su alcune questioni.
I membri della Delegazione richiesero spiegazioni circa le attribuzioni dell’Assemblea, e l’Alto Commissario ripetè le sue antiche dichiarazioni: l’Inghilterra desidera che il paese torni gradatamente all’autonomia, e aggiunse che sarebbe prematuro definire l’essenza di questo nuovo organo e delle sue attribuzioni, perché è un argomento che richiede esame accurato.
As-Sayyid Mu’in al-Madi domanda se l’Assemblea verrà eletta dall’intera nazione e se sarà in sua facoltà legiferare e prendere misure.
Il Commissario risponde che in linea generale ha già chiarito la fisionomia della rappresentanza, ma che non può dire sul momento quali saranno i poteri dell'Assemblea. Egli dichiara, in risposta a una domanda, che il viaggio della Delegazione in Europa non sarà in alcun modo ostacolato dopo che essa gli avrà spiegato esaurientemente la situazione.
Quindi al-Hagg Taufiq Hammad tornò alla questione della rappresentatività della Delegazione. II Commissario rispose che, perchè una delegazione abbia carattere ufficiale, bisogna che rappresenti un qualche governo, e Taufiq rispose che essa rappresenta gli indigeni della Palestina; «se voi ritenete che noi possediamo questi attributi, saremo soddisfatti del vostro riconoscimento».
II Commissario dice di credere che il Governo di Londra conosca la formazione del Congresso Palestinese, ma non è possibile che la Delegazione abbia veste di rappresentanza ufficiale senza elezioni generali, come quelle che vuole promuovere l’Alto Commissario. Egli approva il desiderio di Kazim Pascià di riavvicinamento col Governo e di mutua comprensione, ma osserva che il Governo dà grande importanza alla dichiarazione Balfour, e che finché (i Palestinesi) la combattono è difficile il riavvicinamento e la collaborazione.
Egli ripete che lo Statuto dovrà essere basato sulle dichiarazioni Balfour, che nella sua seconda parte garantisce i diritti degl’indigeni. Il colloquio si chiude con la richiesta dei passaporti, che il Commissario promette di rilasciare dietro regolare richiesta.
Il Karmel commenta questa relazione osservando che la nuova assemblea avrà carattere semplicemente consultivo, come l’attuale Consiglio dei Dieci; l’unica differenza sarà che l’Assemblea dev’essere elettiva, mentre i membri del Consiglio sono nominati dal Commissario, differenza troppo piccola per cambiare la situazione. (al-Karmel, 13-7-1921).
Il Consiglio dei Dieci venne costituito da Samuel nello scorso settembre, subito dopo il suo arrivo in Palestina. Esso comprende sette fra Cristiani e musulmani, e tre Ebrei. V. d. B.
f) Congresso Giovanile. – Il Karmel pubblica un appello di Hasan Sidqi ad-Dugiani, direttore del giornale al-Quds ash-Sharif di Gerusalemme ai giovani palestinesi, invitandoli ad un Congresso giovanile che sarà inaugurato a Giaffa il 25 luglio. Questo congresso dovrebbe costituire una vasta associazione giovanile palestinese a complemento delle organizzazioni nazionaliste già esistenti, per continuare la propaganda antisionista ed appoggiare la Delegazione partita per l’Europa. Si sollecitano adesioni di società culturali e patriottiche, da inviarsi ai giornali di Giaffa, da inviarsi ai giornali di Caiffa ed al Mir’al asb-Sharq di Gerusalemme.
Il Karmel commenta questa lettera disapprovando l’iniziativa.
Trova che in Palestina si fa già abbastanza per la politica, e che viene trascurato l’urgente problema economico. I giovani non debbono certo disinteressarsi del paese, ma lo serviranno nel modo migliore consacrandosi allo studio. (al-Karmel, 22-6-1921).
Secondo ulteriori notizie il Congresso avrà luogo ai primi d’agosto. (al-Karmel, 13-7-1921). V.d.B.

3. a) Armi alle Colonie Ebraiche. – Il Karmel ha appreso dal Governatore del Distretto di Fenicia che il Governo militare ha concesso alle colonie ebraiche isolate un piccolo numero di fucili perché possano difendersi, in caso di assalto, fino all’arrivo di soccorsi. Queste armi saranno custodite in una stanza di cui terrà la chiave un funzionario governativo della colonia, o, in mancanza di funzionario, il capo della colonia. Questi sarà responsabile verso il governo, e non dovrà tirarle fuori che per ordine del Governatore del Distretto e in caso di necessità urgente. I fucili potranno venir distribuiti a persone che abbiano versato un deposito in danaro al Governo, impegnandosi a non far uso delle armi che per la difesa personale; se le adoperano per altro scopo perderanno il deposito e saranno passibili di punizioni legali. (al-Karmel, 6-7-1921).
È noto che la Palestina venne divisa, nel luglio 1920, in sette Distretti: Gerusalemme, Gaza, Bersabea, Samaria (capoluogo Nablus), Fenicia (cap. Caiffa) e Galilea (cap. Nazaret). V. d. B.
Per protestare contro la consegna di armi agli Ebrei, il 6 luglio a Gaza ebbe luogo uno sciopero generale con chiusura di tutte le botteghe. Una commissione si è recata dal Governatore a domandare che fossero concesse armi a tutti o fossero tolte agli Ebrei. Alla dimostrazione partecipavano 100 bambini fra i 10 e i 13 anni. (al-Karmel, 13-7-1921). V. d. B.
b) Transgiordania. - Il corrispondente del Karmel in Transgiordania riferisce l’Emiro ’Abdullah è giunto il 18 giugno a Irbid, proveniente da ’Amman, dopo aver visitato Gerash, Suf, e al-Hisn , e passato un giorno in ognuna. A Irbid gli è stato offerto un banchetto, con numerosi discorsi in favore dell’indipendenza [siriana]. Alla fine del banchetto il segretario amministrativo Rashid Pascià Tali’ rispose in nome dell’Emiro, impedito di parlare dall’emozione. Egli disse che S. A. non desiderava tenere un discorso, ma preferiva che le sue azioni precedessero le parole; «giorno verrà in cui vedrete questo e saranno realizzate le speranze di libertà e indipendenza della Siria». (al-Karmel, 2-7-1921).
c) Torbidi in Transgiordania. - La Syrie, quotidiano francese di Beirut, riceve dalla Transgiordania diverse cattive notizie, che commenta con acidità.
Nel territorio di Aglun, sarebbe vivo malcontento fra le truppe incaricate del mantenimento dell’ordine, per le misure severissime prese dall’Emiro Abdullah per far osservare rigorosamente il digiuno del Ramadan: i contravventori musulmani, ufficiali compresi, venivano puniti con 17 sferzate. Il malcontento fra i militari è accresciuto specialmente dal fatto che non viene pagato il soldo agli ufficiali. Avvengono molte diserzioni. Il Governo di Amman non riesce a reprimere il brigantaggio dei beduini nella regione el-Belqa, ove 200 famiglie di Circassi hanno domandato alle autorità inglesi di venir rimpatriate. Verranno rimandate gratuitamente nel Caucaso, via Costantinopoli.
Intanto il Governo Palestinese, che dà continue prove di simpatia alla Transgiordania, ha recentemente promesso all’Emiro Abdullah 500 gendarmi palestinesi, che saranno mantenuti a spese dell’Inghilterra. (La Syrie, 6-7-1921, V.d.B)

4. Associazione economica indigena in Palestina. - Il 30 aprile il Karmel comunicava la decisione di un gruppo di nazionalisti palestinesi di formare la Società di cui ora pubblica il programma. Essa prende provvisoriamente il nome di Associazione Economica Indigena (al-Gam'iyah al-iqilisadiyah al-ahliyah) e presenta un abbozzo di statuto; ambedue saranno discussi ed eventualmente modificati dai soci fondatori, prima di sollecitare la ratifica del Governo all’iniziativa. La Società si propone di costituire sindacati di arti, mestieri e professioni, che funzionino da Società di mutuo soccorso, ed una Società generale direttiva (gam’iyah ’umummiyah ra’isiyah) in cui siano rappresentati tutti i sindacati. Scopo capitale della Società sarà l’assistenza degli agricoltori, che formano la maggioranza della popolazione e dai quali dipende la prosperità del paese. Si provvederà ad insegnare loro i sistemi moderni di coltivazione, e a fornir loro trattati elementari di agricoltura scientifica che prendano il posto dei libri di lettura usati nelle scuole primarie; si tenterà di migliorarne la posizione sociale, istruendoli nei loro diritti e doveri, e se ne assumerà la tutela. L’Associazione intende poi incoraggiare l’industria, introdurre industrie nuove, promuovere il commercio. La Società avrà sede in una città da destinarsi e filiali in ogni località della Palestina e anche fuori, e terrà riunioni mensili ed un congresso annuo. I soci si dividono in ordinari e benemeriti; sono benemeriti quelli che danno alla sede centrale più di 5 lire egiziane annue, o che collaborano alle varie attività sociali con le loro conoscenze tecniche, o con speciali servizi. Le signore e signorine possono diventare socie anche benemerite. Sono ammessi tutti gli Arabi palestinesi, anche residenti fuori dalla Palestina, e tutti gli Arabi stabiliti in Palestina, che ne faranno domanda; essi dovranno giurare di mostrarsi fedeli alla Società e di appoggiarne il programma senza secondi fini. Le filiali (che si costituiranno in qualunque centro conti 30 soci) daranno una parte delle loro entrate alla sede centrale, una parte ne devolveranno a beneficio dei soci poveri o malati, e un decimo ne terranno in riserva in qualche banca, finché la Società non abbia costituito una banca propria. Presso la sede centrale vi sarà un’altra Commissione di 18 membri rappresentanti dei vari sindacati; essi potranno giudicare sulle questioni dei soci e degli indigeni che ricorressero al loro giudizio. (al-Karmel, 2-7-1921, - V.d.B.)

y.

Periodici e fonti citate.


z.

Rinvii.

a. FB: «Armi alle colonie ebraiche»: gli inglesi li armavano pure!
b.
c.
Top.

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